Ha deciso di vederci chiaro la Guardia di Finanza di Lamezia che si è recata a Nocera Terinese per effettuare delle verifiche nel cantiere della Rsa di Nocera Terinese. I “riflettori” della fiamme gialle sarebbero stati puntati sulla costruzione di una struttura per anziani appaltata dal Comune per circa 800.000 euro alla Ade costruzioni di Lamezia.
Da parte degli inquirenti nulla è trapelato sulla vicenda viste le indagini in corso e pertanto non è dato sapere se nell’inchiesta siano coinvolti anche componenti dell’amministrazione comunale di Nocera. Le verifiche sono iniziate perchè l’opera è rimasta incompiuta, ma da alcune indiscrezioni si è appreso che la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha delegato la guardia di Finanza ad eseguire accertamenti circa i lavori effettuati dalla Ade costruzioni srl, al fine di verificare la sussistenza di eventuali frodi da parte di questa società ai danni del Comune.
Sarebbe stato questo il motivo per cui, nei giorni scorsi, le fiamme gialle, e alcuni tecnici, hanno esaminato i materiali utilizzati per la realizzazione della struttura i cui lavori in questo sono fermi per il sequestro antimafia della Ade costruzioni.
Un’azienda in odor di mafia, sequestrata nel novembre dello scorso anno dal nucleo mobile del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia diretta dal tenente colonnello Elia Carmelo Pallaria, nell’ambito dell’operazione “Progresso”, coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Gerardo Dominijanni. Proprio recentemente in uno stralcio del processo sono state inflitte due condanne con il rito abbreviato per tentata estorsione contro un commerciante di autoricambi di via del Progresso di Lamezia, mentre un secondo stralcio del processo è iniziato nei giorni scorsi davanti al tribunale di Lamezia con il rito ordinario, che vede imputati Antonio De Vito e Pasquale Giampà.
La Ade costruzioni, che si è aggiudicata l’appalto della Rsa di Nocera, unitamente ad altre tre (pure sequestrate) erano gestite da Antonio De Vito che, secondo gli inquirenti, sarebbe legato a Pasquale Giampà (i due erano stati arrestati insieme a Conca dei Marini, sulla costa amalfitana, dove erano impegnati per i lavori di un parcheggio sotterraneo, quando scattò l’operazione “Progresso”). È emerso che le fiamme gialle stavano effettuando indagini sui Giampà, ancora prima degli arresti per tentata estorsione. Nell’ambito dell’inchiesta è coinvolta anche Maria Ilaria Pallaria, convivente del De Vito e legale rappresentante delle società sequestrate, la quale deve rispondere dei reati di furto ed altro con l’aggravante accusatoria di agevolazione dell’organizzazione mafiosa dei Giampà.
Pasqualino Rettura
Il Quotidiano della Calabria 12 Ottobre 2008
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